Gesù si trova tra il monte degli ulivi e il tempio, tra il momento di massima solitudine che vivrà nel Getsemani e il luogo pubblico per eccellenza dove la Sua parola fa innamorare ma dove crea anche invidie mortali contro di Lui. Gesù sa che il Suo momento è vicino, ma non rinuncia ad insegnare, ad incontrare l’altro, a salvarlo con la sua parola, il suo sguardo. Nel mezzo della scena, davanti a Gesù, c’è una peccatrice riconosciuta da tutti come tale, intorno a Lui dei peccatori che però si riconoscono tali solo quando Gesù dice loro “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Quegli uomini che se ne vanno con la coda tra le gambe, almeno io li immagino così, mi parlano con forza dirompente del mio peccato, quello magari neanche troppo evidente, che spesso si cela solo dentro al mio cuore, che non riconosco, che nego persino a me stessa e che spesso mi porta a giudicare, a condannare chi viola la legge in modo palese. Ma la parola di Gesù non mi lascia in pace, mi si inficca come un paletto dentro e mi fa chiedere chi davvero è il peccatore. Che curiosità di sapere cosa sta scrivendo Gesù per terra. E’ così importante che al fariseo dedica solo un istante, benchè fulminante! Per l’adultera invece trova un tempo prezioso, si alza, le va vicino e con dolcezza le dà il suo perdono. Immagino quella stessa dolcezza ogni volta che vivo il sacramento della riconciliazione.