“Prenderà quello che è mio e ve lo annuncerà”.
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”: siamo nel contesto dell’ “ultima cena” e il tempo terreno di Gesù volge al termine; egli lo sa e avverte un po’ d’ansia su quanto non ha ancora detto ai suoi, ai quali non svela tutto perchè, per il momento, non hanno ancora le spalle abbastanza larghe. Quante cose ha da dire a noi Gesù, oggi, ma ce le dice con sapienza pedagogica: se lo facesse fuori tempo il peso di queste “cose” ci schiaccerebbe!
Tali cose le svelerà tuttavia agli Undici lo Spirito, a suo tempo (quello della Chiesa), e lo potrà fare perchè riferirà quanto udito da Gesù, del quale sarà un fedele “ripetitore”; prenderà infatti quanto è di Gesù e ce lo dirà. Così facendo renderà gloria a Cristo, lo renderà cioè presente (l’ebraico “kabod”, che Giovanni traduce col greco “doxa”, gloria, indica la pesantezza di qualcosa, il suo esserci fisicamente), una presenza però reale, anche se “materialmente” diversa.
Ma quanto possiede Gesù – ci dice egli stesso – è del Padre, e viceversa. Quindi: lo Spirito prende quanto è di Gesù, che è anche del Padre, e ce lo annuncia. Ma cosa significa? Cosa prende? Cosa ci annuncia? Forse la risposta è la stessa vita trinitaria.
Questi 4 versetti del capitolo 16 di Giovanni mi suggeriscono un’immagine (certo un po’ fantasiosa, ma suggestiva): la vita trinitaria come una grande giostra, un “girotondo” fra le tre Persone divine che si tengono per mano: il Padre dà la mano al Figlio il quale la dà allo Spirito, che però rompe il cerchio tendendo una mano a noi che ne siamo fuori, permettendoci così di giocare con loro!
Lo Spirito, che Gesù ci lascia dopo la sua dipartita terrena, testimonia quello che ha “visto” dal Padre. La stessa cosa siamo chiamati a fare noi entrando in quel “girotondo”: testimoniare cioè quella vita con la nostra, come ha fatto Giustino (martire appunto, letteralmente “testimone”), che festeggiamo oggi. Certo non è facile, tutt’altro, ma la garanzia di poterci riuscire ce la dà proprio quel “girotondo”…
Slim