Gesù appare ai suoi discepoli dopo gli avvenimenti della Pasqua, come a voler riallaciare da capo una relazione con loro, offrire una seconda possibilità dopo i loro recenti “tradimenti”. E questo già mi colpisce dritta al cuore: quante volte io sono capace di perdonare e cercare di avvicinarmi di nuovo ad una persona che mi ha ferita nel profondo? Raramente. Dio invece è un Padre buono capace di perdonare sempre i nostri smarrimenti e piccoli tradimenti, un Padre che con pazienza ci chiama e ci pone domande chiare: mi ami?
Gesu lo chiede tre volte a Pietro, come tre sono le volte che quest’ultimo ha rinnegato di conoscerlo. E io sarei capace di rispondere a questa domanda con sicurezza e cuore sincero?
Infine non posso non lasciarmi interpellare da quel comando che il Signore ci da, ripetuto anche questo tre volte: “Pasci i miei agnelli”. La relazione con Dio non si gioca in modo privato, ma Dio stesso ci chiama ad assumerci responsabilità nei confronti degli altri. La responsabilità e l’affidabilità devono essere per noi cristiani una manifestazione di amore, perché quando siamo invasi dal Suo amore travolgente non possiamo tenerlo tutto per noi, deve diventare naturale il bisogno di donarlo agli altri e metterlo in tutto ciò che facciamo!