“Non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”. Che fatica partire senza portarsi nulla. Nel nostro viaggio spirituale, quello che porta alla nostra conversione e poi, per opera Sua, a quella di altri Gesù non ci chiede di rinunciare al superfluo, ci chiede proprio di partire senza niente: senza beni materiali, senza bagaglio, senza calzature comode. Come a dire solo senza le nostre amate certezze Gesù avrà la possibilità di scavare nel nostro cuore, aprirvi la voragine di ricerca di senso che solo Lui potrà riempire e poi farci suoi discepoli. Solo svuotando noi stessi Lui potrà agire e renderci trasparenti in modo che, in ogni nostro incontro, chi abbiamo davanti possa intravedere Lui e non noi. Troppe volte pensiamo di convertire con la NOSTRA borsa, la NOSTRA sacca, i NOSTRI sandali. Solo se lasceremo tutto potremo nutrirci nella casa dove entreremo. Dobbiamo mangiare e bere di quello che hanno, dice Gesù. Un invito ad essere completamente aperti all’altro, a conoscerlo, ad abbeverarci della sua ricchezza, senza pensare di avere già le risposte alle sue domande. Per essere suoi operai dobbiamo spogliarci di tutto e rivestirci del Tutto.