Questo Vangelo mi pare si divida in quattro parti, in cui si alternano due tematiche: il tempio di Gerusalemme (11,11); il fico (11,12-14); di nuovo il tempio (11,15-19); di nuovo il fico (11,20-25).
Nella prima parte Gesù fa una sorta di perlustrazione: “dopo aver guardato ogni cosa attorno”; nella seconda – siccome aveva fame – vede un albero di fichi e vi si avvicina per sfamarsi, ma “non era la stagione dei fichi”.. quindi lo maledice (!?); nella terza eccolo di nuovo coi suoi nel tempio, in cui scaccia, rovescia e non permette ad alcuni di usare il tempio come scorciatoia (evidentemente qualcuno ci entrava pe “tagliare”, andando dalla città verso il Monte degli Ulivi), ma ne ribadisce la sua funzione di “casa di preghiera”; infine eccolo di nuovo davanti al fico, maledetto il giorno prima… e anche in questo caso Gesù sottolinea il primato della preghiera: “tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà”.
Il fico, assieme alla vite, è molto importante nella Bibbia: è uno dei frutti caratteristici della terra promessa (Dt 8,8; Nm 13,23); quando Dio si adira col suo popolo colpisce fichi e vigne (Sal 105,33; Ger 29,17; Ab 3,10.17); star seduti sotto questa pianta è immagine della pace concessa all’uomo (1Mac 14,12); Adamo ed Eva, poi, ne usano le foglie per coprirsi dopo essersi accorti che “erano nudi”..
L’allusione in questo Vangelo è tuttavia al popolo d’Israele che, come il fico, non ha portato frutti.. e Gesù lo condanna duramente! Già, lo condanna: ribalta il tempio e maledice (cioè dice male) il fico! Una immagine un po’ inusuale di Gesù, certo, ma ci piaccia o no, questo è il Vangelo. Anche questo.
Dobbiamo quindi star attenti e preoccuparci di un Dio vendicativo? No. Ma preoccuparci del se stiamo portando frutti o meno, questo si. E’ dura constatare che spesso, anche per noi, “non è la stagione dei fichi”, cioè dei frutti della nostra vita, cioè di quanto siamo in grado o no di amare.. quanto è difficile amare davvero! E farlo gratuitamente, senza aspettarsi nulla in cambio? Fantascienza.
Eppure “quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà”. Signore, insegnami ad amare.
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