I Segni e la Storia

I Segni e la Storia



I segni e la storia
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Chiara all'inaugurazione
un grazie a gianluca per la realizzazione di questa pagina

Evangelizzazione di strada 2004


Per il secondo anno consecutivo, a Riccione si è svolta l’Evangelizzazione di spiaggia e di strada. Dal 7 al 17 agosto la nostra città, oltre ad essere invasa da giovani alla ricerca del divertimento e dello sballo, è stata inondata dalla gioia, dalla preghiera, dall’annuncio dell’amore di Gesù di 200 giovani missionari, provenienti da tutt’Italia.
La missione di quest’estate, promossa dalla Diocesi di Rimini, è stata organizzata dal Punto Giovane, espressione della pastorale giovanile delle parrocchie di Riccione e di Miramare, e dalle comunità dei Nuovi Orizzonti di Roma, delle Sentinelle del Mattino di Firenze, delle Beatitudini di Sovere (sul Lago d’Iseo) e ha visto come base logistica la Parrocchia di S.Martino, attorno alla quale si è svolta la vita dei 200 missionari per i 10 giorni di Evangelizzazione.
Dopo i primi due giorni di intensa preghiera e formazione si è dato il via alla missione: i ragazzi, a due a due, proprio come Gesù aveva mandato i discepoli, sono scesi in spiaggia e in strada ad annunciare l’Incontro che ti cambia la vita, quello con il Signore. Mentre uno pregava intensamente per la persona incontrata, l’altro gli parlava di Gesù che è Amore, Gioia, di un Gesù vivo di cui si dava testimonianza con la propria esperienza di vita. Dopo questo “primo annuncio”, il giovane incontrato veniva invitato a partecipare a due momenti:

• la Santa Messa celebrata ogni sera, per tre giorni alla Mater Admirabilis e per altri tre giorni a Gesù Redentore;
• la “Luce nella notte”: adorazione eucaristica animata con canti e preghiere, che si svolgeva dalle 22.00 alle 2.30-3.00 di ogni notte.

La “Luce nella notte” era il vero cuore di tutta l’Evangelizzazione, l’incontro con Gesù Eucarestia, un Gesù presenza viva, un Gesù che parla al cuore, un Gesù che scioglie tutte le durezze di ogni persona, un Gesù che perdona: in Chiesa ogni sera una decina di preti confessavano ininterrottamente.
E così le Chiese si sono riempite fino a tarda notte di tanti giovani, molti dei quali in vacanza nella capitale del divertimento. Essi rimanevano sconcertati davanti alla proposta fatta da loro coetanei di entrare in Chiesa a pregare insieme, ma il più delle volte si lasciavano accompagnare davanti al Santissimo per portare una preghiera che avevano nel cuore.

Alcune considerazioni sull’Evangelizzazione di strada
Facciamo un passo indietro. Ritorniamo al 15 Agosto 2004 a Riccione. Siamo nella Chiesa di Gesù Redentore. E’ appena terminata la Messa celebrata da don Oreste Benzi e ci si prepara all’ultima notte di Evangelizzazione, la più attesa, la più lunga, la più affidata. A Maria Assunta affidiamo infatti tutti i giovani in vacanza a Riccione.
- Invito tutti i giovani ad entrare in Chiesa questa notte – così carica i cuori dei missionari Padre Pier Aquila, animatore spirituale della missione. - Tutti i giovani che sono a Riccione incontreranno Gesù Eucaristia questa notte, come nella parabola del banchetto di nozze; cari missionari andate e spingeteli, spingeteli, spingeteli dentro…”
Forse quella notte non sono entrati tutti i giovani in vacanza a Riccione, ma conti alla mano sono state scritte 1652 preghiere e sicuramente altre centinaia di ragazzi sono entrati in Chiesa senza scriverle. Quella notte Maria ha portato davanti a Gesù Eucaristia più di 2000 ragazzi fino alle 6.00 di mattina.
Racconta Sandro, il titolare della sala giochi agli inizi di viale Dante: “ho chiuso alle 2.00 di notte e sono venuto in chiesa. Mi sono emozionato al vederla piena di giovani. Poi sono tornato a casa, ma non sono riuscito a dormire e così alle 5 sono tornato. Su viale Dante un gruppo di giovani davanti me continuava a gridare e bestemmiare ad alta voce. Sono passati davanti alla Chiesa. Delle ragazze missionarie li hanno fermati. Non so cosa gli abbiano detto. Sta di fatto che sono entrati tutti in chiesa e li ho visti davanti al Santissimo inginocchiati. Alcuni di loro si sono confessati. Non ho mai visto niente del genere in vita mia”
Che dire di questa notte? Noi preti eravamo stanchi, i missionari ancora di più. Per una settimana avremo dormito 4 ore di media a notte. Eppure eravamo felici. Abbiamo ascoltato le tante confessioni, stupiti e meravigliati di cosa e come Dio può intervenire nella vita di ciascuno, abbiamo visto volti giovani davanti a Gesù fare silenzio, contemplare, piangere.
Solo emozione? Solo sentimentalismo? Solo entusiasmo? Non so.
Quello che abbiamo vissuto come secondo anno a Riccione è ancora tutto nuovo e spiazzante. Il tutto esige certamente una seria riflessione che deve essere fatta a livello diocesano. La settimana di evangelizzazione non è stata teoria, è un fatto concreto. Non abbiamo letto statistiche sui giovani, ma li abbiamo incontrati. Dalla loro voce abbiamo colto la fatica, le ferite, l’ insopprimibile nostalgia di Dio. Da loro abbiamo ascoltato il perché degli abbandoni. Quanta mea culpa dobbiamo fare. Gianni di Firenze all’ennesima ferita provocata dalla chiesa, di fronte a questi ragazzi si è buttato in ginocchio e ha chiesto scusa. Così altri missionari hanno risposto di fronte alle provocazioni continue. E’ stato un atteggiamento vincente! I giovani lontani hanno scoperto un altro volto della chiesa, il volto di questi missionari entusiasti e umili, giovani come loro, ma portatori di una fede bella e su loro misura.
“Siate gli amici entusiasti di Gesù che presentano il Signore a quanti desiderano vederlo, soprattutto a quanti sono da lui più lontani. Sentitevi responsabili dell’evangelizzazione dei vostri amici e di tutti i vostri coetanei” scrive ancora una volta il papa nell’ultimo messaggio ai giovani nell’anno che precede la GMG di Colonia. L’esperienza di Riccione vuole diventare sempre più un “laboratorio di fede”, termine caro al Papa, che ha come obiettivo fondamentale quello di formare i nostri giovani ad uno stile missionario, al coraggio evangelico di annunciatori della parola, al crescere nella fede sapendo che solo donandola agli altri la si riceve. L’ esperienza di Riccione vuole essere anche una forte provocazione alla pastorale ordinaria giovanile. Quante fatiche nei nostri piccoli gruppi parrocchiali, sempre più piccoli, sempre più chiusi, sempre più lontani da quel mondo giovanile così ferito e così bisognoso di buoni samaritani. Nei nostri incontri siamo solo noi, nei nostri convegni siamo solo noi e anche quando sembriamo molti siamo niente di fronte alla moltitudine di giovani. Fa pensare allora come 200 giovani missionari siano stati capaci di contattare in una sola settimana forse più di 20.000 giovani.
Ma è solo una provocazione. Anche questa esperienza ha in fondo dei seri limiti. Come continuare questa straordinarietà nell’ordinario? Come dare continuità a tanti giovani contattati?
Rimangono quindi interrogativi aperti, da mettere sul tavolo di discussione della pastorale giovanile diocesana. Il Vescovo a fine missione ringraziando i missionari per quello che hanno fatto li ha richiamati a non assolutizzare questa modalità. Vero. La pastorale giovanile vive di tante modalità, in primis quella dei gruppi parrocchiali, ma Riccione 2004 rimane comunque una bella provocazione. Cosa ne pensate di una evangelizzazione invernale con i nostri giovani in Piazza tre Martiri a Rimini?
   
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