In questo brano del Vangelo di Marco, Gesù si reca nella regione di Tiro a nord della Galilea, che aveva una popolazione mista soprattutto pagana. Nei versetti precedenti, dall’inizio del capitolo 7 i farisei e gli scribi interrogano Gesù circa il fatto che i suoi discepoli non si comportano secondo le tradizioni degli antichi e Gesù risponde loro chiamandoli ipocriti e citando Isaia: ” il mio popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Gesù mette di fronte agli scribi e ai farisei tutte le loro falsità e i loro comportamenti contraddittori per “adempiere alla legge” . Poi con la stessa fermezza si rivolge alla folla per far capire loro che ciò che contamina l’uomo non è quello che entra, ma ciò che esce dal suo cuore. In questo contesto si inserisce il viaggio nella regione di Tiro e l’incontro con la donna di lingua greca, quindi una donna pagana non appartenente al popolo eletto.Lei ne è consapevole, ma non è questa sua condizione che la fa desistere dal voler incontrare Gesù, sapendo che solo Lui avrebbe potuto guarire sua figlia.
Il riferimento ai cagnolini che si cibano delle briciole che cadono dalla tavola del padrone non ha il senso negativo e di insulto che potrebbe avere per noi perchè si riferisce appunto al fatto che la donna siro – fenicia non apparteneva alla famiglia del popolo eletto, però nonostante questo non vuole essere esclusa dai benefici del Messia (T. Spidlik) , così come il cane non è un famigliare, ma ha diritto ad essere mantenuto e curato all’interno della famiglia.
La vera fede, quella autentica, che viene dal cuore, Gesù la trova in questa donna, che al di là della sua origine, osa farsi avanti per poter condividere anche lei e beneficiare di ciò che Gesù opera con la sua Parola e con la sua sola presenza. Allora noi cosa dobbiamo fare? Noi siamo quelli che hanno avuto la fortuna di appartenere e di essere dentro la famiglia di Gesù, siamo battezzati e siamo nella Chiesa, però tanti altri non conoscono Gesù e non c’è bisogno di andare tanto lontano, basta uscire di casa per accorgersene. Siamo capaci di condividere il dono che abbiamo ricevuto, di comunicarlo, di rendere partecipi anche gli altri? Forse l’unico modo per riuscire a farlo è restare con il cuore saldo e fisso in Gesù, l’unica fonte d’amore.
Tizi