I Segni e la Storia

I Segni e la Storia



I segni e la storia
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Chiara all'inaugurazione
un grazie a gianluca per la realizzazione di questa pagina

Il Cammino di Santiago


“Come potevamo ancora stupirci dopo aver assaporato le notti dell’Evangelizzazione? Eppure è avvenuto anche questo secondo miracolo. Santiago è stata un’altra di quelle esperienze indimenticabili.
Già da Ottobre 2002 l’equipe di pastorale giovanile della zona di Riccione aveva messo sul piatto questa iniziativa, ancor prima che venisse fuori l’idea dell’evangelizzazione. Alla proposta di un cammino a piedi verso Santiago capitale del pellegrinaggio secolare risposero favorevolmente tutti compresi gli scuot riccione 1 e 2.
Ascoltiamo come andarono le cose:
“Partiamo il mercoledì sera 3 settembre dopo avere salutato i parenti e gli amici e
viaggiamo tutta la notte per giungere nel pomeriggio seguente a Lourdes, come prima tappa, per mettere il pellegrinaggio sotto la protezione della Madonna. Il giorno successivo di buon mattino ripartiamo alla volta della Spagna e arriviamo a Sarria, punto di partenza dell’itinerario a piedi di ben 125 km. da percorrere in 5 giorni.
Sono con noi due sacerdoti, don Franco e don Maurizio, che durante le lunghe ore trascorse in pullmann ci preparano all’evento leggendoci il vangelo e le altre letture del giorno e ci invitano a cogliere e a meditare i passi che più ci hanno colpito. Ci fanno inoltre dono di un libricino “Racconti di un pellegrino russo”, di grande aiuto per la ricerca di una preghiera incessante da rinnovare durante l’intera giornata.
Iniziamo così il cammino con la sveglia alle prime ore del mattino, una colazione frugale e da subito una partenza lanciata per i sentieri che si snodano invitanti lungo la campagna galiziana. Le prime giornate sono soleggiate, le gambe girano a mille e qualcuno si attarda a gustare le more lungo le siepi. La sera il gruppo si ricompatta per la santa messa e per la cena e poi si appresta al riposo, calandosi dentro i sacchi a pelo sul freddo cemento delle palestre spagnole. .
Al terzo giorno il tempo cambia ed inizia una leggera pioggerella che diventa sempre più insistente. Sulle spalle dei giovani spunta il poncho, i chilometri giornalieri aumentano, appaiono le prime vesciche, le ginocchia sentono la fatica. Un medico spagnolo dal nome emblematico di Jesus, si unisce alla nostra compagnia e con cerotti, pomate e fasce si prende cura dei più disastrati. Prima della cena, durante la celebrazione della santa messa, partecipata insieme ad un gruppo scout di Sanremo, ritorna il sorriso con lo scambio dell’abbraccio caloroso e reiterato della pace. La notte viene trascorsa insieme ad altri pellegrini sotto un grande tendone e il pensiero va alla giornata seguente con 36 chilometri di cammino.
Il quartogiorno si preannuncia grigio e carico di nuvoloni gonfi di pioggia. Bisogna andare avanti, è l’ultima giornata di cammino prima dell’entrata in Santiago e non si può mollare.
Si parte alle prime luci dell’alba con la consapevolezza di una prova veramente impegnativa, tutti i giovani e le ragazze sono risoluti a portare a termine il cammino, anche quelli che sanno che quest’ultimo tratto sicuramente rovinerà loro i piedi, sfibrerà loro i muscoli e procurerà loro uno sfinimento insopportabile. Alla fine, con l’arrivo dell’ultimo gruppetto alle sette di sera, tutti ce la fanno e tutti sono saliti sul Monte do Gozo, con Santiago alle viste sotto di loro, a 5 chilometri di distanza. La serata si conclude con la celebrazione della santa messa alle 22,00 nel corridoio del dormitorio e con un caldo ringraziamento al Signore per il cammino ormai compiuto.
Quinto giorno verso Santiago e la sua cattedrale. Percorso lieve, in discesa verso la città, in prima fila coloro che sono più in difficoltà, che camminano trascinando le gambe e sono sorretti dagli amici. Il clima è ritornato favorevole, il sole ci riscalda e partecipiamo con i pellegrini delle varie nazioni alla concelebrazione della santa messa a mezzogiorno.
Non manca l’esibizione del grande turibolo,“botafumeiro”, che viene fatto oscillare per tutta l’ampiezza della navata e fino alla volta per disperdere con l’incenso, secondo la tradizione, l’olezzo maleodorante dei pellegrini dopo tanto camminare.
A Santiago presentiamo la Charta Peregrini, su cui ogni giorno veniva apposto un timbro a testimonianza dei luoghi attraversati e così ci viene consegnata, mercoledì 10 settembre, la sospirata “Compostela”, la pergamena con il sigillo del Capitolo di San Giacomo che certifica l’avvenuto pellegrinaggio.
L’ultimo giorno in Spagna viene dedicato alla raccolta della “Conchiglia del Pellegrino” a Finisterre sull’Atlantico. Riprendiamo il nostro pullmann e procedendo lungo la costa raggiugiamo una splendida spiaggia dove troviamo le conchiglie e parecchi giovani fanno il bagno. Ci attende presso un ristorante poco distante un lauto pranzo a base di paella, pesce, dolce, caffè e ammazzacaffè e la festa continua ancora sulla spiaggia.
Rimane prima di partire per Avignone e poi ritornare in Italia l’ultima santa messa in terra di Spagna. Il sole è ancora caldo, davanti a noi oltre la spiaggia bianca, si distende l’oceano, calmo, piatto e il suo azzurro si confonde con l’azzurro del cielo. I due sacerdoti preparano l’altare e invitano a porsi attorno in largo semicerchio. Ancora si scherza e si ride e ai due don già vestiti di nero, vengono portati due occhiali che li fanno somigliare ai famosi “blues brothers”. Inizia la santa messa con i canti e il gruppo si ricompone.
Il Vangelo e le letture parlano della carità, di porgere l’altra guancia, di amare i nemici, di essere misericordiosi, di perdonare e si giunge al lunghissimo momento della elevazione:
“Davanti al Re ci inchiniamo insieme per adorarLo con tutto ilcuor.
Verso di Lui eleviamo insieme canti di gloria al nostro Re dei re.
In quel lembo di terra ai confini del mondo, tra quelle meravigliose bellezze naturali, abbiamo la piena percezione che Gesù è veramente presente con noi e abbiamo il cuore gonfio di commozione per quella sovrabbondanza di grazia con la quale ci ha voluto colmare.
Il pullmann parte subito dopo la santa messa e siamo già sulla via del ritorno: la Francia e poi di nuovo l’Italia e Riccione. Le conchiglie raccolte, le foto, la videocassetta faranno ricordare quei momenti, ma ognuno in cuor suo sa che Santiago rappresenta una svolta alla propria vita, cui occorre essere fedeli......
P.S.
Un grazie forte va ai quattro valorosi della logistica: Ivana, Maria, Arrigo e Rino.
Si sono sottoposti ad un lavoro massacrante per trovare gli alloggi, preparare le cene, pulire ogni volta il pentolame, i padelloni, gli ambienti e caricare e scaricare i pullmann.
Come dicono i francesi “chapeau”.
   
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