I Segni e la Storia

I Segni e la Storia



I segni e la storia
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Chiara all'inaugurazione
un grazie a gianluca per la realizzazione di questa pagina

Sesto Anno


Nell’ anno pastorale 2003 2004 tutto quello che riguardava le convivenze cominciava a strutturarsi e a ordinarsi. C’erano convivenze per i giovani adulti, c’erano convivenze per i gruppi parrocchiali, e c’erano convivenze per i ragazzi del Liceo tutte con i loro rispettivi educatori. Don Cristian seguiva praticamente tutto il discorso dei giovanissimi e alternava con qualche bravo parroco le convivenze dei giovani adulti. La continuità era stata completata con l’arrivo di Marco Neri e Stefano Rocchetta. La Laura Macina uscì in quell’anno dalla continuità e scelse poi di continuare il suo cammino pastorale presso la Parrocchia di Miramare.
In quel tempo si stavano creando le condizioni oggettive per staccare il progetto pastorale di Riccione da quello di Miramare, con una certa sofferenza soprattutto da parte dei giovani.
Ma al Punto l’attenzione sembrava portarsi decisamente verso il nuovo progetto: la costruzione della casa. Dopo una prima idea grandiosa, che prevedeva l’abbattimento dell’attuale Chiesa per ricostruirne una più grande con tanto di scantinato e la casa di fianco, siamo dovuti arretrare ad una scelta più sobria. Non è stato facile accettare la bocciatura del primo progetto!
L’architetto Lepri riprese in mano il tutto e lasciando da parte la Chiesina disegnò una prima bozza di casa, tutta ricoperta di mattoncini.
Non piacque molto ai giovani e la Serena Nicolò da poco laureata in architettura, ebbe uno sbuzzo pensando ad una mega vetrata lato cattolica verso mare. Questa intuizione e tutto il suo impegno mostrato da subito per la realizzazione della casa le attribuì il dono della messa rock il 26 dicembre 2003
Poi il progetto venne preso in mano da Monica Lepri che seguì all’inizio le intuizioni di Serena e prendendo spunto da Richard Meier, famosissimo architetto americano, disegnò una struttura moderna e giovanile.
Una volta completato il disegno cominciò a muoversi per i permessi della costruzione. Non fu facile per niente: sembrava dovesse durare anni solo la parte burocratica. A maggio intensificammo le preghiere e ad ogni messa del giovedì sera chiedevamo di partecipare al rosario per affidare tutto a Maria. La situazione si sbloccò. Intanto proseguiva tutta la ricerca fondi. Arrivò tanto inatteso quanto provvidenziale l’interessamento della Fondazione Carim. Giancarlo Fabbri e lo stesso Inno, chi da una parte chi dall’altra, riuscirono a motivare il consiglio direttivo della Fondazione che ci destinò 150.000 euro con rate decennali.
   
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