12 Novembre 2015 – San Giosafat (Puntogiovane)Sap 7,22-8,1 Sal 118. Lc 17,20-25
È una gioia grande per me poter essere qui con voi e condividere insieme l’Eucarestia.
Per molti anni il mio posto è sempre stato laggiù, al pianoforte e stare qui sull’ambone è per me molto emozionante. Quando ho letto le letture di oggi mi sono chiesto: “che legame c’è tra la memoria di San Giosafat, martire, e questa giornata in cui per la prima volta faccio servizio come diacono al Punto?”
Allora nella preghiera ho cercato di trovare un filo conduttore che vorrei condividere con voi, anzi potrei dire un “filo rosso”, che è anche il colore liturgico di oggi.
Il rosso, infatti, indica il martirio: è il colore del sangue, della vita. Lo vediamo bene quando ci appassioniamo per le cose, per le persone: il rossore al volto, il sangue che ci scorre nelle vene è rossastro e caldo…come lo è stato il sangue di Giosafat, vescovo e martire ucraino, ucciso perché “colpevole” di essersi speso per la promozione umana e religiosa e dell’impegno per l’unità dei cristiani in nome di Gesù.
Sappiamo bene che “martire” vuol dire “testimone”: quante volte da questo ambone abbiamo ascoltato le testimonianze a fine convivenza dei tanti ragazzi che qui hanno fatto un Incontro (con la “I” maiuscola), un incontro con il Signore Risorto e che sono chiamati a raccontarlo agli altri, per rendere lode e gloria di ciò che Dio ha compiuto in loro in quei giorni! Ciò che ascoltiamo da quei ragazzi è proprio il frutto di ciò che abbiamo ascoltano nel salmo: “Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo”. E sappiamo bene come “la ricerca del Volto” sia un tema ricorrente a chi frequenta il Punto: la “ricerca del volto di Gesù”, un volto che parla di misericordia, di accoglienza, di dono di sé, di amore gratuito, che nulla chiede in cambio, e i ragazzi lo sperimentano attraverso la vita insieme, la preghiera e i gesti della quotidianità… Ma l’Incontro con il Signore non è mai una questione casuale: è il Signore stesso che lo desidera e l’ha voluto fin dall’Eternità. È per questo, infatti, che siamo qui su questa terra. Il Vangelo ci pone davanti dunque una domanda, che vorrei sottolineare insieme a voi: “Quando verrà il Regno di Dio?”. È quella domanda che ti porta ad accogliere la proposta delle convivenze, che ti porta a piangere il mercoledì sera davanti a Gesù Eucarestia, che ti scalda il cuore e ti dona una pace che il mondo non può dare. E la risposta, che dà Gesù, è chiara e netta (e valida anche oggi per noi): “Il Regno di Dio è in mezzo a voi”. Ma Gesù ci invita, però, a fare attenzione a tutte quelle “lucine”, quelle musiche suadenti che in qualche modo provano a distogliere il nostro sguardo dal Signore, magari per cercare la via larga, semplice e dice con chiarezza: “non andateci, nè seguiteli”. Il Vangelo ci parla di un tema che abbiamo sentito spesso, quello del “già” e del “non ancora”. Un giorno, infatti, uando il Signore ci chiamerà a sé e lo vedremo faccia a faccia, come Egli è, saremo nel Regno di Dio (il non ancora).. Fin qui tutto bene: ma oggi, nel “già”…che strumenti abbiamo per poter riconoscere i “segni” del Regno di Dio in mezzo a noi e distinguerli dal “resto”? La prima lettura ci fornisce una pista: chiedere il dono della sapienza. [Ci aiuta nel nostro cammino anche l’antifona d’ingresso (che viene letta nella Liturgia se non si fa il canto iniziale) contiene un invito al Padre che merita la nostra attenzione ed è del profeta Geremia: «Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore, essi vi guideranno con sapienza e dottrina» (perché il nostro essere cristiani chiede di vivere la comunità…)] Chiediamo al Signore il dono della sapienza del cuore, chiediamolo con insistenza e con Fede. Chiediamogli, in ginocchio, il dono di padri/madri e pastori che, sorretti dalla Grazia di Dio, ci aiutino a mettere le nostre “radici” nel Signore Gesù. Grazie Signore per il dono di questa casa, ma soprattutto per tutti coloro che passandoci lasciano intravvedere il tuo Volto. Tra queste mura tu hai chiamato (e continui a chiamare) ragazzi e ragazze a donare la loro vita per Te, nel sacerdozio, nella vita consacrata e soprattutto nel matrimonio. Nella tua bontà, Signore, ci hai concesso già qui e ora di sperimentare un “anticipo del Regno”: ne sono prova quel pane e quel vino che tra poco verranno offerti sull’altare e che diventeranno il Tuo corpo e il Tuo sangue per la nostra salvezza. Maria, tu che hai detto Sì all’annuncio dell’Angelo, apri il nostro cuore e aiutaci a testimoniare con la nostra vita che: “Il Regno di Dio è anche qui, in mezzo a noi, proprio qui…in Via Bramante 2”.