I Segni e la Storia

I Segni e la Storia



I segni e la storia
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Chiara all'inaugurazione
un grazie a gianluca per la realizzazione di questa pagina

Alcune riflessioni sulla Polisportiva


Cos’è accaduto in questi due anni?
E’ accaduto tanto, molte le fatiche fatte, altrettante le gioie e le sorprese. Il gruppo partito due stagioni or sono era molto eterogeneo: ai ragazzi della parrocchia si unirono quelli lontani dalla stessa, ai giovani gli adulti, al gruppo di Riccione quello di Rimini, ai più esperti i neofiti, ai bravi i meno bravi. La diversità si è fatta sentire, spesso scoraggiandoci, ma sempre facendoci crescere. La burocrazia gestionale e le necessità economiche sono state affrontate non senza fatica; far fronte alle elevate spese senza fare “ballottini” e scendere a compromessi è stata dura, ma è un risultato di cui essere fieri.
La competizione, primo movente dell’agonismo, ha rischiato spesso di essere l’unico, la tentazione di vincere “a tutti i costi” c’è sempre stata e ci sarà, ma questo è uno dei passi da compiere sulla via di un’autentica cultura dello sport.
Attorno a questi ragazzi è nata una sensibilità da parte della gente (oltre che vere e proprie ultras, ultima delle quali la Emma!!), una finestra sul sito internet che ne narrasse le gesta, ma soprattutto è nata e maturata una dirigenza, fatta per lo più di giovani capaci di trascinare altri giovani. Di tutto ciò abbiamo preso coscienza solo quest’estate, nel 2006, quando alcune scelte fatte dallo zoccolo duro nato in partenza hanno seriamente messo in discussione la sopravvivenza della Polisportiva. Qualcuno forse ha ceduto alle fatiche di questi due anni, ma da queste fatiche è nato, speriamo, un gruppo davvero giovane, nel corpo e nello spirito.
Certo a questa caduta ne seguiranno altre, ma la Polisportiva sarà giovane nella misura in cui sarà capace di rialzarsi, ogni volta.. A ricordarci che questo è possibile sarà la gara del 18 dicembre 2004 contro il “Ghetto Turco”, icona di questo biennio, partita che al termine del primo tempo ci vedeva sotto per 3 a 0. Quarantacinque minuti più tardi, tra l’incredulità del pubblico e degli avversari, il tabellino diceva 3 a 4! Com’è possibile? I ragazzi ci hanno creduto..
   
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